domenica 28 febbraio 2010

Dire no in partenza

Siccome non potevamo più contare su quell'arroganza, quella strafottenza, quella violenza e quella frenesia, l'unico modo per riuscirci era trovarsi in una sorta di stato di grazia, cosa che a modo loro i CCCP avevano provato, anche solo perché sapevano quando bisognava dire di no senza nemmeno discuterne. Perché se ne discuti, poi ti confondi e arrivi a qualche compromesso di merda: perciò bisogna dire no in partenza a tutto quello che non ti riguarda.

(Giovanni Lindo Ferretti, "Dai CCCP ai CSI")

venerdì 26 febbraio 2010

Felici e perdenti

(dedicata a Fede, in arte ciacs)

Un grande applauso ai perdenti
perché non bluffano mai,
perché non hanno parenti
e non li adottano.

Sempre disposti e accomodanti,
figli dell'altra metà,
dalle carezze distanti,
ricchi di realtà.

Che bella razza accidenti!
Sono un esercito oramai,
marciano uniti e compatti
per affrontare i guai.

Miseria e nobiltà
convivono così,
tra volgo e galateo,
ricco o plebeo,
quali sono i perdenti non distinguerai.

Girano senza contanti
e non possiedono un carnet,
non son soggetti ai rapimenti
sono perdenti, ahimè!

In bocca centoventi denti,
cosa se ne faranno poi,
se non si contano i passanti
della cintura ormai.

Beato chi non sa
la fame dove sta,
quali rinunce lo sa Dio,
non puoi capire i perdenti col tuo culo amico mio.

Felici e perdenti,
non li vedi e non li senti,
sempre inseguiti dai tormenti,
fagli gli auguri se li incontri!
Perdenti... eppure tirano avanti.
Avanti.

(Renato Zero)

mercoledì 24 febbraio 2010

★ L'uomo-cavallo [NDT10]

I PG ancora non sanno nulla di quanto sia accaduto a Stephan. L'ubicazione di Xitaqa, dove è stato rinchiuso, è ignota a chiunque conoscono... finché un membro anziano della famiglia Gorkov suggerisce di interrogare Loshad, l'uomo-cavallo.

Non avendo nulla da perdere, anche se la proposta del vecchio sembra ridicola, per tre notti di seguito, a mezzanotte, i PG invocano Loshad, che si manifesta alla compagnia quando ormai tutti hanno perso le speranze di incontrarlo. Lui può indicare loro la via che porta a Xitaqa, ma a una sola condizione: una muta di lupi, capeggiata da due mannari, sta terrorizzando i cavalli della vallata e Loshad mostrerà la strada ai PG se essi, entro tre notti, gli porteranno le teste dei mannari.

lunedì 22 febbraio 2010

Destra e sinistra

Dopo i Telegatti, Berlusconi mi ha detto: "Bisio, come fa uno come lei a essere di sinistra?". Gli ho spiegato che a diciassette anni, nel 1974, scendevo in piazza per il divorzio. E che poi non ho divorziato, mentre lui si.

(Claudio Bisio)

venerdì 19 febbraio 2010

Vomito

1.
"Oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito... non è che c'è un terremoto al giorno". "No... lo so (ride)". "Così per dire per carità... poveracci". "Vabbuò ciao". "O no?". "Eh certo... io ridevo stamattina alle tre e mezzo dentro il letto". "Io pure... vabbuò... ciao".

(telefonata tra Francesco De Vito Piscicelli e suo cognato Gagliardi, che a poche ore dal terremoto de L'Aquila pensano solo a come speculare sugli appalti)

2.
"Le brutte persone che ridevano del dramma de L'Aquila e che pensavano di lucrare illeciti guadagni non hanno nulla a che fare con questa città. Nessuna di loro ha messo piede a L'Aquila, né ha avuto un euro dalla ricostruzione. E questo lo dobbiamo solo alla gestione accorta e oculata di Guido Bertolaso".

(dichiarazione di Gianni Letta dopo la pubblicazione delle coversazioni fra gli sciacalli)

3.
Quelli che ridevano la notte del terremoto, in Abruzzo ci sono stati e ci hanno lavorato. Dall'inchiesta sul G8 riemergono le intercettazioni che smentiscono le dichiarazioni di Gianni Letta. Piscicelli e altri imprenditori indagati operano nella ricostruzione. La toscana Btp sbarca in città grazie al consorzio Federico II di Barattelli, Marinelli e Vittorini.

(dall'inchiesta de "Il Centro")

mercoledì 17 febbraio 2010

La pena di morte in Giappone [02]

Le esecuzioni in Giappone sono svolte in segreto. Gli avvocati incontrano spesso difficoltà per ottenere informazioni, anche sulla salute dei prigionieri, e non è dato alcun preavviso di esecuzione. I parenti sono informati solo dopo che l'esecuzione ha avuto luogo e i prigionieri vivono nella paura costante che ogni giorno possa essere l'ultimo.

Secondo le
norme internazionali sui diritti umani, i detenuti condannati che hanno gravi disturbi mentali - presenti al momento del reato o acquisiti a causa della loro prolungata detenzione in condizioni difficili - non devono essere messi a morte, eppure il sistema giapponese non riesce a proteggerli.

lunedì 15 febbraio 2010

Una rosa bianca

Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi "governare", senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti.

Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l'onta che verrà, su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura?

Se il popolo tedesco è già così profondamente corrotto e decaduto nel più profondo della sua essenza da rinunciare senza una minima reazione, con una fiducia sconsiderata in una legittimità discutibile della storia, al bene supremo dell'uomo che lo eleva al di sopra di ogni creatura, cioè la libera volontà, ovverosia la libertà che ha l'uomo di influenzare il corso della storia e di subordinarla alle proprie decisioni razionali; se i tedeschi sono già così privi di ogni individualità, se sono diventati una massa vile e ottusa, allora sì che meritano la rovina.

Goethe definisce i tedeschi un popolo tragico come gli ebrei e i greci, ma oggi questo popolo sembra che sia piuttosto un gregge di adepti, superficiali, privi di volontà, succhiati fino al midollo, privi della loro essenza umana e disposti a lasciarsi spingere nel baratro.

Così sembra, ma non lo è. Ogni individuo è stato chiuso in una prigione spirituale mediante una violenza lenta, ingannatrice e sistematica; e soltanto quando si è trovato ridotto in catene, si è accorto della propria sventura.

Soltanto pochi hanno compreso la rovina incombente, ed essi hanno pagato con la morte i loro eroici ammonimenti. Si parlerà ancora del destino toccato a queste persone. Se ognuno aspetta che sia l'altro a dare l'avvio all'opposizione, i messaggeri della Nemesi vendicatrice si avvicineranno sempre di più; e allora anche l'ultima vittima sarà stata gettata senza scopo nelle fauci dell'insaziabile demone. Perciò ogni singolo cosciente della propria responsabilità, come membro della cultura cristiana ed occidentale, deve coscientemente difendersi con ogni sua forza, opporsi in quest'ultima ora al flagello dell'umanità, al fascismo e ad ogni sistema simile di stato assoluto.

Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina di guerra continui a funzionare, prima che le altre città siano diventate un cumulo di macerie come Colonia, e prima che gli altri giovani tedeschi abbiano dato il loro sangue per ogni dove a causa dell'orgoglio smisurato di un criminale. Non dimenticate che ogni popolo merita il governo che tollera!

(Die Weiße Rose, primo volantino, 1942)

sabato 13 febbraio 2010

Hanno la faccia come il culo/8

Secondo Belpietro, "non ci fosse stato Bertolaso, i terremotati de L'Aquila sarebbero ancora nelle tende o nei container". Invece sono in albergo e L'Aquila, dieci mesi dopo, è in macerie come il giorno del terremoto. In compenso alla Maddalena han buttato 330 milioni per alberghi a cinque stelle con vista sui tir.

Il Foglio affida un commento a un esperto del ramo: Sergio Soave, l'ex dirigente Pds che patteggiò la pena per le mazzette sul metrò milanese, dunque può autorevolmente analizzare le nuove mazzette: "Come si può passare col rosso suonando il clacson quando si trasporta un ferito all'ospedale, così si debbono poter infrangere regole ordinarie quando si fronteggia una situazione straordinaria". Infatti gli appalti riguardano il G8, i Mondiali di Nuoto e i 150 anni dell'Unità d'Italia, tutte situazioni straordinarie, eventi imprevedibili scoperti per caso all'ultimo momento.

(Marco Travaglio)

giovedì 11 febbraio 2010

La pena di morte in Giappone [01]

Insieme agli Stati Uniti d'America, il Giappone è una delle due nazioni industrializzate che oggi mantiene la pena di morte e continua a usarla.

In media, ogni anno il Giappone mette a morte tramite impiccagione un modesto numero di prigionieri. Tuttavia le misure di salvaguardia per questi imputati, accusati e condannati per reati capitali, sono inadeguate.

Dopo l'arresto, i detenuti possono essere interrogati per periodi prolungati fino a 23 giorni, senza la presenza di un consulente legale. Quando viene emessa la condanna - gli imputati accusati di reati capitali in Giappone sono raramente assolti dai giudici - i prigionieri nel braccio della morte sono detenuti in condizioni dure, caratterizzate da isolamento, mancanza di stimoli, rigida disciplina e allontanamento in cella di punizione per banali infrazioni delle regole.

martedì 9 febbraio 2010

Per il testamento biologico

Riprendo l'iniziativa lanciata da Ignazio Marino in occasione dell'anniversario della morte di Eluana Englaro: fare pressione sulla Camera dei Deputati per l'approvazione di una legge sul testamento biologico.

In calce segue un modello di lettera, da inviare per email al Presidente Gianfranco Fini, in cui si rivendica l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie così come sancito dalla Costituzione. Ovviamente si può utilizzare un testo proprio.

Presidente Fini,

sono un sostenitore dell'
appello per il testamento biologico promosso dal senatore Ignazio Marino e da numerose personalità del mondo giuridico, scientifico e culturale italiano.

La legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, approvata dal Senato, sarà presto all'esame dell'Aula della Camera dei Deputati. Le scrivo per invitarla a non ignorare la mia voce.

Chiedo una legge per il diritto alla salute ma contro l'obbligo alle terapie. Chiedo una legge laica, tracciata nel solco dell'Articolo 32 della nostra Costituzione.

Mi auguro che il suo contributo sia determinante nell'aprire una nuova fase di riflessione e condivisione su un testo che attualmente è contro le evidenze scientifiche e la libertà individuale. Un confronto che consenta di uscire da un'impostazione ideologica, rendendo la legge utile per le persone in modo che ciascuno possa scegliere liberamente a quali terapie sottoporsi e a quali rinunciare.

venerdì 5 febbraio 2010

Se questo è un uomo

Ma come farà a essere israeliano con gli israeliani e palestinese coi palestinesi? Ad affermare, davanti a Netanyahu, che bombardare Gaza fu «una reazione giusta» e due ore dopo, davanti ad Abu Mazen, che le vittime di Gaza sono paragonabili a quelle della Shoah? Zelig si limitava a cambiare faccia, a seconda dell'interlocutore da compiacere. Ma questo è un uomo in grado di cancellare il tempo e lo spazio. Riesce a stare con il pilota dell'aereo che sgancia le bombe e nel rifugio sotterraneo con i bombardati. In contemporanea, e dispensando a entrambi parole di comprensione. Nella sua vita precedente insegnava ai venditori di pubblicità a essere concavi coi convessi e convessi coi concavi. Una volta li sfidò a salutare cinquanta clienti, trovando un complimento per tutti. Solo stringendo la mano al cinquantesimo, un uomo brutto e sgradevole, rimase perplesso. Poi gli disse: «Ma che bella stretta di mano ha lei!».

Molti hanno letto quei manuali americani che insegnano a infinocchiare il prossimo in 47 lezioni. Ma solo lui ha il fegato di applicarne il precetto fondamentale: credere sempre a quel che dici, anche quando è il contrario di quel che hai appena detto. Una tecnica che evidentemente funziona persino con le vecchie volpi mediorientali. Come farà? Vorrei tanto chiederglielo, se non fosse che lui nel frattempo si è già spostato nella basilica della Natività, a Betlemme, dove sta raccontando ai frati una barzelletta sulla Madonna che avrebbe preferito una femminuccia. A quel punto mi arrendo.

(Massimo Gramellini, Buongiorno)

mercoledì 3 febbraio 2010

★ No al nepotismo

Questo blog protesta contro la candidatura di Renzo Bossi alle elezioni regionali in Lombardia.

L'Italia è un paese dove i laureati sono sottopagati, se non a spasso; dove i ricercatori sono costretti a cercare fortuna all'estero. Eppure, per i raccomandati, gli amici e i parenti, le porte sono sempre aperte.

Oltre a rappresentare un'ingiustizia, questo malcostume sta minando le nostre competenze in diversi settori a tecnologia avanzata, che vedono rinunciare a teste brillanti per far posto a degli inetti col cognome importante.

Renzo Bossi è salito agli onori delle cronache per essere stato bocciato tre volte all'esame di maturità e per aver ideato e messo on-line il videogame "Rimbalza il clandestino": è vergognoso che un soggetto del genere sia proposto in una lista elettorale solo perché figlio di un segretario di partito.

lunedì 1 febbraio 2010

Come sopprimere una democrazia

Come sopprimere una democrazia nell'Europa moderna? Non sempre c'è bisogno del colpo di Stato cruento (come quello del generale Pinochet, poi beniamino di papa Wojtyla, nel Cile di Allende del 1973). Che può anche non esserci, o essere l'atto finale di un processo lento, soft, impercettibile, di trasformazioni istituzionali che creano insensibilità, torpore, assuefazione, abitudine nell'opinione pubblica.

Ce lo insegna il ciclo della Rivoluzione francese, chiuso dalla nuova Costituzione del 1799 (Anno VIII). Che non sancisce ancora la dittatura di Napoleone Bonaparte, ma due punti fondamentali di riforma costituzionale che le sbarrano definitivamente le porte.

1) La subordinazione del parlamento al governo. L'Assemblea legislativa, recitava il testo del 1799, viene divisa in tre organi: il Consiglio di Stato, che prepara le leggi senza discuterle e approvarle, il Tribunato, che le discute senza approvarle, e il Corpo Legislativo, che le approva senza discuterle; inoltre, vi si leggeva, i membri sono eletti dal popolo, ma scelti e nominati da un triumvirato di tre consoli, Primo Console Napoleone Bonaparte, che detiene il potere esecutivo (art. 39). Dunque, un'Assemblea legislativa svilita, resa totalmente impotente a legiferare, e totalmente dipendente, nella sua elezione e composizione interna, dalla volontà del governo e di Napoleone.

2) La sottomissione della magistratura al potere esecutivo, in particolare al Primo Console (il primo primus super pares?). Le cariche sono elettive, ma i giudici da eleggere, in analogia con i deputati parlamentari, sono scelti dal Primo Console; al che si connette la riforma autoritaria della giustizia: nei tribunali criminali l'accusatore pubblico è un commissario governativo (art. 63).

3) Il consenso e l'appoggio ecclesiastico. Questo punto, assente nella riforma costituzionale del 1799, fu però decisivo per il consolidamento della dittatura personale di Napoleone, presto autoincoronatosi imperatore nella cattedrale di Nôtre Dame, a Parigi, nel 1803, dove riceve la benedizione di papa Pio VII. Ma non senza aver prima firmato, nel 1801, il Concordato con la Chiesa cattolica. Che, anche se non elevava il cattolicesimo a religione di Stato, la riconosceva tuttavia come «religione della maggioranza dei francesi». Con tutta una conseguente serie di accordi di carattere fiscale e proprietario tipici della politica concordataria della Chiesa.

(Michele Martelli, MicroMega)