Romell Broom, un uomo di 53 anni condannato a morte nel 1984 per l'assassinio a sfondo sessuale di una quattordicenne, avrebbe dovuto essere giustiziato martedì 15 settembre scorso. L'esecuzione è stata invece posticipata di una settimana.
Nel carcere di Lucasville (Ohio) i giustizieri hanno dovuto gettare la spugna dopo aver tentato invano, per due ore e mezzo, di infilargli nelle vene le siringhe per l'iniezione letale.
A un certo punto lo stesso Broom ha cercato di aiutare i suoi carnefici: ha spostato il braccio, ha chiuso il pugno e poi lo ha rilasciato, è rimasto pazientemente ad aspettare che lo uccidessero. Ma quando i tre boia hanno sbagliato per l'ennesima volta, e l'ago è schizzato fuori dalla vena, lui si è portato le mani agli occhi e ha cominciato a piangere.
Poco dopo hanno tentato di infilargli gli aghi nelle gambe. Mentre ci provavano, un funzionario della prigione dava pacche di incoraggiamento al condannato, che continuava a piangere fermo e in silenzio.
Il governatore dell'Ohio, Ted Strickland, sollecitato dall'avvocato difensore, ha deciso di posticipare l'esecuzione.
La lotta (clericale) contro i tumori
1 giorno fa
Dai, però.
RispondiEliminaChe teste di cazzo.
Beati gli affamati di giustizia, perché saranno giustiziati
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