L'ometto si aggirava per la grande stanza vuota. Non sapeva come ci fosse arrivato. L'ultima cosa che ricordava erano due pasticche di Viagra e una riga di coca tra le tette di una bionda dallo sguardo bovino. Poi buio. Dolore, e buio. Si portò istintivamente la mano al petto. Sperò di essere in un ospedale.
Un fascio di luce lo investì di colpo, e una figura alta e ammantata di nero gli comparve di fronte. L'ometto si sforzò di sorridere.
- Salve padre... lei fa assistenza qui?... È della Caritas?...
La figura si scoprì il capo, con un'espressione di profondo disprezzo sul volto affilato.
- Il mio nome è Nicolas Eymerich. Inquisitore. - sibilò.
- Inquisitore?... Cribbio, esistete ancora? - L'ometto forzò una risatina.- E poi dicono che la Chiesa non si rinnova! - si guardò attorno, come in cerca dell'applauso d'un pubblico invisibile.
- Padre, scusi la stranezza della domanda, ma potrebbe dirmi dove mi trovo?
- Esattamente dove meriti.
Il sorriso dell'ometto si trasformò in una smorfia.
- Senta padre, io non ho tempo...
Un colosso calvo e nerboruto sbucato dal nulla lo afferrò per il collo, e glielo chiuse in una sorta di collare rugginoso. Poi con uno strattone ne fissò la catena a un anello sul pavimento. L'ometto finì in ginocchio.
- Che cazzo fate? - strillò
Accanto all'inquisitore apparvero altri due domenicani.
L'ometto si sforzò di tirarsi su senza riuscirci. La catena era troppo corta anche per lui.
- Questa la pagate carissima, stronzi maniaci cattocomunisti di merda! Che cazzo vi illudete di fare? Cosa volete?
- 1816 - disse Eymerich.
- 1816 cosa?... Milioni?...
- Tessera n. 1816 - scandì Eymerich - loggia massonica P2 - tese il braccio e gli puntò contro l'indice – Il tuo marchio d'appartenenza alla setta. Adoratori di Satana per sete di potere.
- Satana?...
- Il vostro "Grande Architetto" - disse l'inquisitore, in tono sarcastico.
L'ometto si agitò, cercando di non strozzarsi col collare.
- Macché setta! Erano solo affari, io sono cattolico!... E poi da decenni non ho più alcun rapporto...
- Allora suppongo sia solo una coincidenza il fatto che, raggiunto il potere, tu abbia realizzato passo dopo passo tutti i loro piani architettonici – Eymerich tolse un documento dalle mani del domenicano alla sua destra, e lo mostrò all'ometto - È tutto qui, nero su bianco, fin dall'inizio: "Piano di Rinascita Democratica"
- Calunnie comuniste!... - gridò l'ometto. Poi s'accorse che, in risposta a un'occhiata dell'inquisitore, l'energumeno aveva impugnato delle grosse tenaglie.
- ...E se anche fosse vero?... - riprese, in tono conciliante - La Chiesa non ci ha rimesso niente, anzi ci ha guadagnato! Le scuole cattoliche sono piene di soldi, e le mie fiction Tv piene di santi! E la massoneria è piena di cardinali! Perché il Vaticano ce l'ha tanto con me? Ancora per colpa di quelle maledette puttane?...
L'inquisitore afferrò la catena dell'ometto, e con uno strattone violento lo mandò a sbattere la faccia sul pavimento.
- Non ho alcun interesse per le tue ripugnanti squallide fornicazioni – disse, con una smorfia di disgusto – non scambiarmi per uno dei tuoi soliti patetici avversari. E non mi importa neanche delle tue ruberie, non sono un gendarme che puoi comprare o uccidere - girò le spalle all'ometto, e aggiunse – In realtà, non mi interessi molto nemmeno tu, ma la macchinazione di cui sei un ingranaggio. Il più appariscente, non il più importante.
- Voi non siete del Vaticano, siete del KGB!... O di come si chiama adesso...
Eymerich si voltò con l'ombra d'un sorriso sarcastico.
- Il KGB?... Ma Putin non è il tuo migliore amico?...
L'ometto si tirò su per quanto glielo consentiva la catena.
- Esatto! E non è l'unico dei miei amici potenti! – disse, sforzandosi di suonare minaccioso.
Il sorriso accennato di Eymerich assunse l'aspetto d'un sottile ghigno lupesco.
- Bene, lo ammetti. È proprio di loro che intendo farti parlare.
Il colosso nerboruto infilò le tenaglie in un braciere, con un sinistro rumore di ferraglia.
- Prima la corda, Mastro Gombau – disse Eymerich – Rispettiamo la procedura. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo – poi aggiunse rivolto all'ometto - La tua profezia s'è avverata, resterai al tuo posto per sempre. Questo è il tuo posto.
(Alessandra Daniele, Carmilla)
Buone novelle laiche
19 ore fa
"si guardò attorno, come in cerca dell'applauso d'un pubblico invisibile"
RispondiEliminastupendo!
Si, bella immagine. Letto niente della saga di Eymerich?
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