(email inviata da Dario Stelitano all'ufficio commerciale di Facebook in Italia. In attesa di cortese risposta)
Scrivo la presente per avere informazioni riguardo la chiusura del gruppo da me fondato "Colpo di Stato, Berlusconi golpista - copia e diffondi" che proponeva di scrivere queste quattro semplici parole sulle banconote.
Il gruppo è stato chiuso nel tempo record di un giorno e mezzo dalla sua fondazione, senza peraltro darne nessun avviso o preavviso o motivazione al sottoscritto.
Desidererei conoscerne i motivi, quale condizione d'uso il gruppo avrebbe violato o quale articolo del codice penale.
Il gruppo mette in atto e propone una forma di protesta non violenta secondo quanto sancito dall'Art. 21 della Costituzione Italiana: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Scrivere sulle banconote esclusivamente quattro parole mi sembra chiaro non costituisca reato come si evince da quest'articolo, a meno di non arrestare anche tutti gli addetti di banca e poste che vi scrivono sopra come di consuetudine.
La bacheca del gruppo, come si può vedere, è diventata anche luogo di confronto con chi quest'iniziativa non la condivide, ed anche a detta loro, civile e democratico come da loro stessi scritto. Questo è infatti lo scopo del gruppo. Creare momenti di dibattito in rete e non, in un Paese che ne sente sempre più il bisogno, anche alla luce della chiusura di programmi di approfondimento politico da parte della Rai in periodo di campagna elettorale.
Mi viene da pensare, spero non sia così, che venga considerato reato il fatto di dire che il capo di governo il 5 marzo ha messo in atto una manovra golpista nel nostro paese modificando ciò che la Costituzione non gli permette di fare, il che può essere un reato di opinione punibile a querela di parte (ovvero da parte di Berlusconi: querela che appenderei come un onore a casa mia per farla vedere ai miei figli).
Con la presente quindi si chiedono motivazioni della chiusura e riapertura dello stesso gruppo, dandone comunicazione al sottoscritto.
La presente viene diffusa online, tramite social network e blog, agli altri utenti della rete, inviata in copia anche all'ufficio stampa di Facebook.
In attesa di risposta.
Dario Stelitano
Update: dopo un giorno di proteste Facebook «si è scusato dell'errore» e il gruppo è stato riaperto.
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