giovedì 1 aprile 2010

★ Prima Metafora Abusata - Il treno

Era un bel po' che camminava, passando da un posto all'altro senza pensare troppo e godendosi le sensazioni che ne venivano. Di tanto in tanto aveva provato qualcosa di fastidioso, ma niente che intaccasse la tranquillità generale. E così non si era nemmeno reso conto che le persone che incontrava e le vetrine che guardava fossero quelle della stazione: era stato solo il fischio del treno, ormai prossimo alla banchina, che lo aveva fatto rendere conto di dove si trovasse.

Non aveva niente appresso, solo qualche soldo, il tabacco e un giacchetto pesante che si era tolto per via del caldo. Eppure l'immagine del treno che rallentava, i viaggiatori che si avvicinavano per salire, un controllore incauto che lo aveva spinto verso le porte lo avevano quasi convinto a saltar su. Così, tanto per vedere dove sarebbe arrivato stavolta e se gli avrebbero fatto la multa perché non aveva il biglietto.

Ma il ricordo dei viaggi passati e delle brutte stazioni in cui era stato costretto a scendere gli restituirono quel pizzico di lucidità che aveva perso. A guardarle da vicino le carrozze non erano poi tanto belle, e oltretutto il treno viaggiava con un considerevole ritardo. Così fece qualche passo indietro, prese un fazzoletto di carta e lo agitò in segno di saluto mentre ripartiva.

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