L'esperienza di organizzazioni che assistono le comunità Romanì non sembra confermare il timore che queste non permettano a nessuno di interagire con loro. Un chiaro esempio è quello dimostrato dall'associazione Popica che opera con le comunità Rom di Roma.
L'associazione ha dimostrato quanto la comunità Rom sia disposta ad integrarsi e interagire con le realtà sociali presenti nel territorio. La diffidenza, il distacco, la non integrazione indubbiamente esistono, ma potrebbe essere affrettato sostenere che le comunità romanì respingano ogni interazione.
Probabilmente sono gli atteggiamenti di entrambe le parti a portare a ciò ed è quindi probabile una corresponsabilità. Ma d'altro canto, poiché da una parte si trova uno Stato e dall'altra una piccola minoranza etnica, è compito proprio dello Stato creare le condizioni perché la minoranza si senta parte integrante della comunità, pur nel rispetto delle sue peculiarità.
Difficilmente chi è respinto ed isolato non sentirà avversione nei confronti di chi lo considera un estraneo, se non un nemico. La convivenza è un dato di fatto ineludibile, ed è quindi opportuno, oltre che umano, che ogni parte si adoperi perché sia la migliore possibile, a cominciare dalla parte che dovrebbe considerare ciò un principio basilare.
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1 giorno fa
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