Dopo aver aumentato l'addizionale comunale Irpef, il costo delle mense scolastiche, la tassa sui rifiuti e chissà cos'altro, l'ex-fascista Alemanno in questi giorni sta tappezzando Roma di cartelloni in cui si vanta di aver sgomberato altri due cosiddetti campi nomadi.
Quello dei Rom è un tasto su cui è molto facile battere per ottenere consenso, grazie soprattutto all'italica ignoranza che spazia in molti campi, compreso appunto quello che riguarda Sinti e Romanì. Basti pensare che, come riporta Amnesty International, fonte decisamente più credibile dell'ignorante sindaco, i Rom in Italia sono 140.000, di cui la metà cittadini italiani: su 60 milioni di abitanti fa lo 0,0023%, un'emergenza chiaramente insostenibile per un Paese come il nostro, dove il pluri-bocciato Renzo Bossi e l'igienista dentale Nicole Minetti si mettono in tasca 13mila euro al mese.
Lo sgombero degli Insediamenti Abitativi Precari (IAP), oltre a violare i diritti di chi vi si trova, è un provvedimento del tutto inefficace: coloro che sono stati sgomberati spesso non ricevono notifiche in anticipo, né abitazioni alternative. Molte famiglie quindi sono intrappolate in questo circolo vizioso, poiché dopo uno sgombero creano un nuovo riparo altrove, da dove vengono allontanate in un momento successivo.
Però funge alla perfezione da specchietto per le allodole, o sarebbe meglio dire da specchietto per gli allocchi. Anche quando, nel compierli, ci lascia la pelle qualche bambino.
Ultimamente, oltre a lamentarsi, mi capita di parlare con persone che si chiedono: "Che fare?". In mancanza di un'alternativa è complicato rispondere: restando in-topic, davanti alla scelta tra Rutelli e Alemanno è difficile resistere alla tentazione di starsene a casa. Quindi io continuo a esercitarmi nello slalom tra le buche di una città allo sbando, sempre più intollerante, sempre più invivibile, sempre più ingiusta.
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1 giorno fa
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