lunedì 23 novembre 2009

La pena di morte in Bielorussia [09]

Oltre che come sanzione penale, in Bielorussia la minaccia di esecuzione è stata utilizzata anche per reprimere l'attività politica.

Nel marzo del 2006, dopo le elezioni presidenziali, il capo dei servizi segreti del paese (KGB) ha intimidito i potenziali manifestanti sventolando lo spettro della pena capitale: "Le azioni delle persone che scendono in piazza [a dimostrare] saranno valutate come atti terroristici punibili con sanzioni, ai sensi di vari articoli di legge, che vanno da otto anni di carcere alla pena di morte".

Gli organismi internazionali hanno ripetutamente chiesto alla Bielorussia di fare dei significativi passi avanti verso l'abolizione della pena di morte, ma finora non hanno ottenuto alcun risultato.

Più di recente, nel febbraio del 2008, il Segretario Generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, ha condannato l'esecuzione di Syarhey Marozaw, Valery Harbaty e Ihar Danchenka: "Sono sconvolto dall'insistente volontà delle autorità bielorusse di isolare il loro paese dal resto dell'Europa", ha osservato. "Con queste condanne a morte sembrano orgogliosi di contravvenire al rispetto dei valori umani comuni per gli altri paesi europei".

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