L'Arabia Saudita continua a imporre la pena di morte per un gran numero di reati, tra cui quelli privi di conseguenze letali come il traffico di droga, l'apostasia e la stregoneria. Reati a sfondo sessuale, come l'adulterio commesso da persone sposate, sono anch'essi punibili con la pena capitale. Altri reati che la prevedono sono quelli legati al terrorismo, la sodomia, il coinvolgimento in una ribellione e il reato di corruzione sulla terra, definizione utilizzata nel Codice penale islamico quando vengono compiuti contemporaneamente più reati gravi.
In Arabia Saudita le condanne a morte sono comminate dopo procedimenti sommari molto lontani dagli standard internazionali sul giusto processo: un gran numero di persone sono messe a morte ogni anno dopo processi fortemente iniqui.
Di solito le udienze sono segrete e gli imputati possono essere condannati anche solo in base a confessioni, spesso estorte con violenza, tortura o inganni nel periodo di detenzione prima del processo. A molti imputati non è consentito di difendersi da soli o di beneficiare di assistenza legale sia prima che durante il processo.
In Arabia Saudita esiste la possibilità di ricorrere in appello, tuttavia questo non fornisce adeguate garanzie che un giudice più alto in grado riveda equamente le procedure, le accuse e le sentenze di una corte di grado inferiore. Di conseguenza non c'è quasi protezione dai fallimenti della giustizia.
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