venerdì 15 gennaio 2010

★ Cartoni inanimati

Nonostante abbia ormai una certa età, continuo a fare merenda tutti i giorni e domenica scorsa, verso le cinque del pomeriggio, ho avvertito il solito languorino. Ho guardato un po' intorno e ho visto il panettone ricevuto in dono dai miei dopo le feste.

Mentre bolliva l'acqua per il tè ho messo la scatola sottosopra per aprirla, ma invece di tirare l'apposita linguetta ho infilato distrattamente la mano sotto uno dei lembi di cartone e l'ho scollato.

Procedendo con attenzione, la confezione di cartone è venuta via tutta intera e una volta aperta completamente ho notato che era un rettangolo: con varie piegature e qualche indentatura, ma né più né meno che un rettangolo. Incuriosito l'ho poggiato per terra facendolo combaciare con i bordi delle mattonelle, ma non riuscendo ancora ad avere un'idea precisa delle sue dimensioni ho preso il righello e l'ho misurato: 75 centimetri il lato lungo, 40 centimetri il lato corto. Una superficie di 0,3 metri quadrati.

A quel punto, invece di provare a valutare quanti panettoni possano essere smerciati in Italia in un anno, mi sono limitato a scalare di un ordine di grandezza: dieci panettoni si portano appresso tre metri quadrati di cartone, plastificato e colorato. Cartone che è finito immediatamente nel cestino: sezione "carta e affini", ma pur sempre nel cestino.

Ora, io sono molto entusiasta dell'abitudine di riciclare che pian piano attecchisce anche in Italia, e visto che conosco il
Secondo principio della termodinamica sono ancora più entusiasta dell'abitudine di riutilizzare. Ma non sarebbe meglio evitare a monte di produrre questo genere di rifiuti? C'è proprio bisogno di confezionare un cazzo di panettone con tutto quel cartone che va dritto al secchio?

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