Caro [Furio] Colombo, nel rispondere al lettore Piero Cappelli (29/12/2009) lei sembra condividere la tesi, peraltro diffusissima, che le reti Mediaset siano gratuite, contrariamente a quelle della Rai alla quale si paga il tributo/canone.
Non sono affatto d'accordo. Lei trascura l'incidenza della pubblicità sul costo finale dei prodotti. La "gratuità" delle reti Mediaset è pagata da noi con i costi maggiorati dei prodotti. E non mi si venga a dire che anche la Rai fa pubblicità: sfido chiunque a cronometrare gli intervalli pubblicitari della Rai e quelli di Mediaset, sarebbe come paragonare Davide a Golia.
Inoltre, come ha spiegato molto chiaramente il bancarottiere Calisto Tanzi che versò a Berlusconi il 5% del fatturato Parmalat, se si affidava la pubblicità a Mediaset si avevano agevolazioni a livello politico, addirittura Tanzi ottenne la nomina di uomini suoi ai posti apicali di alcune banche. E questo sistema corrotto grava sulle nostre tasche, ma nessuno ce lo spiega.
(Tiziana Gubbiotti, lettera a "Il Fatto Quotidiano" del 6 gennaio 2010)
La lotta (clericale) contro i tumori
1 giorno fa
Sarà tutto gratuito dopo la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Lo dice Nostradamus. E anche il Capitano Findus. Che io poi del Capitano Findus mi fido ciecamente.
RispondiEliminaBello questo commento, lo posso mandare a un mio amico gay che lo pubblica sul suo blog? ^_____^
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