lunedì 30 novembre 2009
★ Babushka [NDT 08]
I goblin Teschio di Lupo dimorano nella Foresta Pietrificata e si difendono efficacemente grazie a dei grossi lupi neri. Dopo l'ennesima battaglia, esplorando le stanze del covo, gli avventurieri trovano una cella dove è rinchiusa la vecchia Babushka. È lei a raccontare di aver conosciuto Stephan Gorkov e aver sentito con le proprie orecchie che sarebbe stato condotto a Xitaqa, per essere interrogato dal vecchio Gambesecche.
sabato 28 novembre 2009
In difesa della Costituzione
Non possiamo non vedere che questo luogo politico, la Repubblica democratica con il suo patrimonio di beni pubblici repubblicani, è stato invaso da un esercito di occupazione che si sta impegnando con la massima solerzia a smantellare tutti (proprio tutti) i beni pubblici repubblicani. Non si tratta soltanto della seconda parte della Costituzione che viene contestata e delegittimata ogni giorno con gli attacchi ai giudici, alla corte Costituzionale ed al presidente della Repubblica (quando si mette di traverso), ma anche della prima parte, con l'attacco ai beni fondamentali della vita, come l'acqua, ed ai fondamenti della dignità umana e dell'eguaglianza, fino alla riesumazione strisciante delle leggi razziali.
Quando le truppe tedesche hanno invaso l'Italia, tutte le forze vive, tutti i patrioti, si sono opposti ed hanno unito i loro sforzi creando il Comitato di Liberazione Nazionale, nel quale sono confluite forze e culture diverse (dai comunisti ai badogliani), che hanno messo da parte le loro divergenze per perseguire l'obiettivo comune della salvezza della patria.
In questa contingenza storica, di nuovo un pericolo mortale minaccia la patria-Costituzione. Come avvenne con la Resistenza, ora come allora, occorre chiamare a raccolta tutte le energie spirituali, tutte le culture, tutte le forze politiche e tutti gli uomini di buona volontà, che riconoscono nella Costituzione la loro patria, ad agire con fermezza.
Di fronte a questa esigenza, tutte le forze politiche, che riconoscono valore ai beni pubblici repubblicani, devono mettere da parte le differenze (non cancellarle) ed impegnarsi in una fortissima unità d'azione per scacciare l'esercito di occupazione che dilaga nel territorio della patria. Non esistono alternative all'unità.
L'unità è imposta dalla legge elettorale che, attraverso lo strumento del premio di maggioranza, impone che un solo esercito possa sfidare le forze di occupazione.
Anche se le radici del malessere della democrazia italiana vengono da lontano, è stato lo sciagurato scioglimento dell'Unione, nel 2008, a determinare questo disastro. Lo scioglimento dell'Unione è stato come lo sbandamento dell'esercito italiano l'8 settembre: ha tolto di mezzo il principale ostacolo all'occupazione della patria da parte dell'esercito invasore.
Se la posta in gioco è la sopravvivenza della democrazia repubblicana, cioè della patria, allora tutte le forze si devono coalizzare, tutte le energie devono essere chiamate a raccolta. Non si può dire, come irresponsabilmente si è fatto nel 2008: questo sì, questo no.
Solo una forte mobilitazione popolare dal basso può ricomporre l'unità delle forze democratiche intorno ai valori supremi della Costituzione per rovesciare la corsa verso l'abisso e riaprire il futuro alla speranza.
(Domenico Gallo)
mercoledì 25 novembre 2009
La pena di morte in Bielorussia [10]
Il processo che ha visto coinvolto Ihar Danchenka è stato uno dei procedimenti penali di più ampio risalto e importanza che ha avuto luogo in Bielorussia dalla sua indipendenza dall'Unione Sovietica avvenuta nel 1991. Si è svolto nel carcere di custodia cautelare in cui gli imputati erano stati detenuti per ragioni di sicurezza: né ai parenti né ad altri è stato permesso partecipare.
Quando il figlio dodicenne di Ihar Danchenka ha saputo dalla televisione che suo padre e il suo padrino Syarhey Marozaw erano stati entrambi condannati a morte, ha chiesto alla madre: "Mamma, perché mi stanno portando via tutti e due i miei papà?".
Ihar Danchenka è stato messo a morte probabilmente il 12 gennaio 2008 con un colpo di pistola alla nuca. Né a lui né alla sua famiglia è stata comunicata in anticipo la data dell'esecuzione: sua moglie ha ricevuto una notifica a mezzo posta solo alla fine di gennaio. Gli avvocati possono solo immaginare la data esatta dell'esecuzione; la famiglia non sa dove è stato sepolto il suo corpo; per i parenti è stato impossibile organizzare un funerale.
Ihar Danchenka è stato processato e condannato in primo grado dalla Corte Suprema e quindi non è potuto ricorrere in appello presso un tribunale di rango superiore. Egli ha anche chiesto clemenza al Presidente. Il suo avvocato ha riferito ad Amnesty International di dissentire con la sentenza e di essere convinto che Ihar Danchenka sia stato condannato a morte per via della sua fedina penale: "Nei fatti noi [sic] siamo stati puniti per il passato, [...] per reati per cui aveva già scontato una pena. A rigore si può essere puniti per dei crimini commessi oggi, ma non per essere stati dei cattivi ragazzi: questo è palesemente ingiusto".
lunedì 23 novembre 2009
La pena di morte in Bielorussia [09]
Nel marzo del 2006, dopo le elezioni presidenziali, il capo dei servizi segreti del paese (KGB) ha intimidito i potenziali manifestanti sventolando lo spettro della pena capitale: "Le azioni delle persone che scendono in piazza [a dimostrare] saranno valutate come atti terroristici punibili con sanzioni, ai sensi di vari articoli di legge, che vanno da otto anni di carcere alla pena di morte".
Gli organismi internazionali hanno ripetutamente chiesto alla Bielorussia di fare dei significativi passi avanti verso l'abolizione della pena di morte, ma finora non hanno ottenuto alcun risultato.
Più di recente, nel febbraio del 2008, il Segretario Generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, ha condannato l'esecuzione di Syarhey Marozaw, Valery Harbaty e Ihar Danchenka: "Sono sconvolto dall'insistente volontà delle autorità bielorusse di isolare il loro paese dal resto dell'Europa", ha osservato. "Con queste condanne a morte sembrano orgogliosi di contravvenire al rispetto dei valori umani comuni per gli altri paesi europei".
venerdì 20 novembre 2009
Hanno la faccia come il culo/4
Dice il Cavaliere: "In assoluto [sono] il maggior perseguitato dalla magistratura in tutte le epoche, in tutta la storia degli uomini in tutto il mondo. [Sono stato] sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni" (10 ottobre 2009).
Nello stesso giorno, Marina Berlusconi ridimensiona l'iperbole paterna: "Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c'è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?" (Corriere, 10 ottobre).
Qualche giorno dopo, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, pompa il computo ancora più verso l'alto: "I processi contro Berlusconi sono 109" (Porta a porta, 15 ottobre). Lo rintuzza addirittura Bruno Vespa che avalla i numeri di Marina: "Non esageriamo, i processi sono 26".
Ventisei, centosei o centonove, e quante assoluzioni? In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici. Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l'affare Mills; istigazione alla corruzione di un paio di senatori (la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione); fondi neri per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell'affare Mediatrade (il pm si prepara a chiudere le indagini).
Nei dodici processi già conclusi, soltanto in tre casi le sentenze sono state di assoluzione.
- In un'occasione con formula piena per l'affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma).
- Due volte con la formula dubitativa del comma 2 dell'art. 530 del Codice di procedura penale che assorbe la vecchia insufficienza di prove: i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per "insufficienza probatoria".
- Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato".
- Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio).
- Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato.
- Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati).
È vero, l'inventario annoia ma qualcosa ci racconta. Ci spiega che senza amnistie, riforme del codice (falso in bilancio) e della procedura (prescrizione) affatturate dal suo governo, Berlusconi sarebbe considerato un "delinquente abituale". Anche perché, se non avesse corrotto un testimone (David Mills, già condannato in appello, lo protegge dalla condanna in due processi), non avrebbe potuto godere delle "attenuanti generiche" che lo hanno reso "meritevole" della prescrizione che egli stesso, da presidente del consiglio, s'è riscritto e accorciato.
L'imbarazzante bilancio giudiziario non liquida un lamento che nella "narrativa" di Berlusconi è vitale: fino a quando nel 1994 non mi sono candidato al governo del Paese, la magistratura non mi ha indagato.
Se non si lasciano deperire i fatti, anche questo ossessivo soundbite non è altro che l'alchimia di un mago, pubblicità.
- Berlusconi viene indagato per traffico di stupefacenti, undici anni prima della nascita di Forza Italia. Nel 1983 (l'accusa è archiviata).
- È condannato in appello (e amnistiato) per falsa testimonianza nel 1989, venti anni fa.
- Nel 1993 - un anno prima della sua prima candidatura al governo - la procura di Torino già indaga sul Milan e i pubblici ministeri di Milano sui bilanci di Publitalia.
Al di là di queste date, è documentato dagli atti giudiziari che Silvio Berlusconi e il gruppo Fininvest finiscono nei guai non per un assillo "politico" dei pubblici ministeri, ma per le confessioni di un ufficiale corrotto del Nucleo regionale di polizia tributaria di Milano. Ammette che le "fiamme gialle" hanno intascato 230 milioni di lire per chiudere gli occhi nelle verifiche fiscali di Videotime (nel 1985), Mondadori (nel 1991), Mediolanum Vita (nel 1992), tutti controlli che precedono l'avventura politica dell'Egoarca. Accidentale è anche la scoperta dei fondi esteri della Fininvest. Vale la pena di ricordarlo. Uno dei prestanomi di Bettino Craxi, Giorgio Tradati, consegna a Di Pietro i tabulati del conto "Northern Holding". Li gestisce per conto di Craxi. Sul conto affluisce, senza alcun precauzione, il denaro che il gotha dell'imprenditoria nazionale versa al leader socialista.
(Giuseppe D'Avanzo)
lunedì 16 novembre 2009
★ Su la testa!
Ma cosa accade se i parlamentari non rappresentano più i cittadini o, peggio ancora, disattendono sistematicamente le loro aspettative? Come minimo i cittadini devono manifestare il loro disappunto ai propri rappresentanti, se non altro per dirimere ogni loro dubbio e sincerarsi di avere espresso chiaramente qual è il proprio volere.
C'è uno scandalo che da quindici anni sta sfibrando l'Italia: la produzione incessante di leggi personali per garantire a Silvio Berlusconi la totale immunità e impunità in spregio alla più elementare idea di giustizia.
Non so voi, ma io ne ho le palle piene di questa storia, e piuttosto che stare a guardare ho deciso di comunicare questo disagio ai miei cari Deputati e Senatori.
Con l'aiuto di altri cittadini esasperati ho buttato giù un piano d'azione per una civile protesta, da concretizzare via email e via cartolina, indirizzata ai Parlamentari tutti e al Presidente della Repubblica.
- VERSIONE ELETTRONICA [EMAIL]
Gli indirizzi dei Deputati sono scaricabili a questo link.
Gli indirizzi dei Senatori sono scaricabili a questo link.
Chi volesse verificarli, per la Camera può andare qui e per il Senato può andare qui.
La Presidenza della Repubblica si può contattare da qui.
Il Presidente del Senato è raggiungibile all'indirizzo
schifani_r@posta.senato.it.
Il Presidente della Camera è raggiungibile all'indirizzo
fini_g@camera.it.
Il testo e l'oggetto dell'email sono liberi, seguono comunque alcuni suggerimenti:
1) Appello di "Libertà e Giustizia"
2) Appello de "Il Fatto Quotidiano"
3) Appello di Roberto Saviano
4) Appello nato sul Blog Antefatto:
Esprimo il mio più profondo sdegno per il colpo di spugna che si tenta di introdurre col ddl Senato 12.11.2009 Gasparri-Quagliariello c.d. "Processo breve".
Ancor più vergognosa ritengo la proposta, avanzata dall'on. Casini, di sancire l'impunità per le alte cariche dello Stato ripercorrendo la strada delle Leggi Alfano e Schifani.
L'unico modo per non essere processati è non delinquere. - VERSIONE CARTACEA [CARTOLINA]
Gli indirizzi di Camera, Senato e Presidenza della Repubblica sono:
CAMERA DEI DEPUTATI
Palazzo Montecitorio - Piazza Montecitorio
00186 - Roma
SENATO DELLA REPUBBLICA
Palazzo Madama - Piazza Madama
00186 - Roma
PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
Palazzo del Quirinale - Piazza del Quirinale
00187 Roma
Il testo è libero, ma si suggerisce qualcosa di breve, come "Adesso basta con le leggi ad personam".
Chi vuole obiettare che non servirà a nulla, che nessuno leggerà le email o le cartoline, risparmi fiato: anzitutto che sia inutile è tutto da dimostrare, e poi alcuni deputati hanno già risposto nel merito, quindi le email le ricevono.
Invito i miei (pochi) lettori, se condividono, a rilanciare questa iniziativa sui propri blog e pagine web.
Nota a margine: ho preparato personalmente l'elenco degli indirizzi email dei Senatori, ripetendo circa trecento volte copia-e-incolla dalle loro pagine personali contenute nel sito del Senato. A parte l'amarezza nel trovare Ciarrapico fra i Senatori, sono rimasto molto deluso nel rendermi conto che, della gran parte dei miei rappresentanti, non conosco nemmeno la faccia.
sabato 14 novembre 2009
Adesso basta!

Quello che rivolgiamo a voi che rappresentate la prima e la terza istituzione della Repubblica (sulla seconda, il presidente del Senato Schifani, pensiamo di non poter contare) non è un appello ma una richiesta di ascolto che, siamo certi, non andrà delusa. Tutte quelle lettere, e-mail, fax esprimono una protesta e una speranza. Di protesta "contro l’arroganza di un Potere che sembra aver perso ogni senso della misura e anche quello del decoro", scrisse Indro Montanelli sulla Voce nel 1994, all'epoca del decreto Biondi. Fu il primo tentativo di colpo di spugna al quale ne sarebbero seguiti altri diciotto negli anni a seguire fino all'ultima vergogna chiamata "processo breve". Allora la battaglia fu vinta.
La redazione della Voce fu alluvionata di fax dei lettori disgustati, il decreto fu ritirato e il grande giornalista così rese omaggio allo spirito di lotta dei concittadini: "Fino a quando questo spirito sarà in piedi, indifferente alle seduzioni, alle blandizie e alle minacce, la democrazia in Italia sarà al sicuro".
Malgrado abbia attraversato tante sconfitte e tante delusioni quello spirito non appare per nulla fiaccato e chiede di trovare una risposta capace di dirci che la politica non è solo interesse personale e disprezzo per gli altri. Che le istituzioni sono davvero un baluardo contro le prepotenze del più forte. Questa è la nostra speranza presidente Napolitano e presidente Fini. Per questo vi trasmetteremo i messaggi dei nostri lettori. Tenetene conto.
(Il Fatto Quotidiano)
mercoledì 11 novembre 2009
Hanno la faccia come il culo/3
A furia di menarla con la par condicio e il contraddittorio, si è perso di vista il nucleo centrale dell'informazione: che non è accontentare la destra o la sinistra o tutt'e due, ma appunto informare.
L'altra sera Menzognini ha accusato il pm Ingroia di aizzare la gente a ribaltare la maggioranza democraticamente eletta. È falso: Ingroia non l'ha mai detto.
Poi Menzognini ha sostenuto che l'immunità copre i deputati anche in Germania, Inghilterra, Spagna e Parlamento europeo. Non è vero. In Inghilterra non c'è alcuna immunità parlamentare, né per le indagini né per gli arresti (l'anno scorso un deputato finì in carcere). In Germania l'immunità, pur prevista, non viene mai esercitata, tant'è che il Parlamento all'inizio di ogni legislatura autorizza preventivamente e automaticamente le eventuali indagini a carico di suoi membri (due anni fa un deputato fu addirittura perquisito nel suo ufficio al Bundestag). Idem in Spagna, dove mai in trent'anni le Cortes hanno negato un'autorizzazione a procedere (tranne nel caso di un ex giudice divenuto deputato, accusato di aver diffuso per sbaglio la foto del fratello di un indagato al posto di quella dell'indagato). Gli europarlamentari godono delle immunità previste (le rare volte che lo sono) nei rispettivi paesi di provenienza.
Menzognini racconta che i nostri Padri costituenti avevano previsto l'immunità per sottrarre gli eletti dallo strapotere della magistratura. Falso anche questo: prevedevano l'autorizzazione a procedere per evitare che giudici troppo vicini al governo (si veniva dal fascismo) perseguitassero esponenti dell'opposizione per reati politici, tant'è che era consentito negarla solo in caso di evidente persecuzione politica (fumus persecutionis). Nessun Padre costituente poteva immaginare che quello strumento eccezionale sarebbe stato abusato per proteggere esponenti della maggioranza da processi per reati comuni e gravissimi, per giunta commessi al di fuori delle loro funzioni, e addirittura prima di esercitarle.
(Marco Travaglio)
lunedì 9 novembre 2009
Questa è la nuova Resistenza
Anche questo è un tempo in cui occorre trovare il coraggio e la spudoratezza di fare altro. Di inventarsi altre vite. E di misurarsi con mestieri malati, com'è quello della politica. So che adesso qualcuno s'imbizzarrirà: che c'entra la Resistenza con la lotta alle mafie? Che c'entrano i nazisti? Che c'entra Casal di Principe? Io invece credo che tu capisca. In gioco c'è il diritto di chiamarci ancora nazione. Quel diritto oggi passa da Napoli, dalle cose che diremo, dalle scelte che faremo. O dai silenzi in cui precipiteremo.
[dalla lettera in cui Claudio Fava invita Roberto Saviano a candidarsi come Presidente della Regione Campania]
sabato 7 novembre 2009
La pena di morte in Bielorussia [08]
Nel suo pronunciamento del 2004, in cui si esprimeva la possibilità di introdurre una moratoria sull'uso della pena di morte, la Corte Costituzionale ha sottolineato come, al momento del referendum, la massima pena detentiva prevista dal codice penale consistesse in quindici anni di carcere. Ha inoltre evidenziato che, in molti paesi europei, la pena capitale è stata abolita nonostante avesse il forte sostegno dell'opinione pubblica. La Corte Costituzionale ha infine precisato che i risultati espressi nel referendum del 1996 non avevano alcun carattere vincolante.
giovedì 5 novembre 2009
La pena di morte in Bielorussia [07]
Commentando la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del dicembre 2007, il Ministro degli Interni ha dichiarato che la Bielorussia "per il momento non potrebbe fare a meno della pena di morte". La risoluzione, secondo il ministro, è stata approvata in base a considerazioni di natura politica e non affidandosi al buon senso. Ha aggiunto inoltre che, negli ultimi cinque anni, il numero di omicidi in Bielorussia è diminuito: "In ogni paese in cui non è in vigore la pena di morte avviene l'esatto il contrario".
Gli stati che mantengono in vigore la pena di morte spesso sostengono che è necessaria per controllare e scoraggiare i comportamenti criminali. In realtà, gli studi scientifici hanno sempre fallito nel tentativo di produrre prove convincenti che la pena di morte dissuada i crimini più efficacemente di altre punizioni. I risultati di una recente indagine sulla relazione tra pena di morte e tasso di omicidi, condotta per le Nazioni Unite nel 1988 e aggiornata nel 2002, ha concluso che "è azzardato accettare l'ipotesi che la pena capitale scoraggi l'omicidio in misura maggiore di quanto non facciano la minaccia e l'applicazione della pena, ritenuta minore, del carcere a vita".
Lo Stato USA di New York ha ripristinato la pena di morte nel 1995 senza che fossero effettuate esecuzioni. Alla fine degli anni '90 il tasso di omicidi ha iniziato a diminuire. Nel 2004 la Corte Suprema dello Stato ha rilevato che la pena capitale era applicata in violazione della Costituzione e ha rimosso le leggi che ne consentivano l'uso: la diminuzione del numero degli omicidi è continuata inesorabilmente, nonostante l'abolizione della pena di morte.
martedì 3 novembre 2009
★ Osteria del Sindacato
Paraponziponzipò!
C'è il livello programmato
Paraponziponzipò!
Per gli amici e pe' i parenti
Ce saranno anche gli aumenti
Dammelo a me Bonanni
Dammelo a me Bona'!
domenica 1 novembre 2009
A sangue freddo
Il poeta nigeriano
un eroe dei nostri tempi.
Non ti ricordi di Ken Saro-Wiwa?
Perché troppo ha amato
l'hanno ammazzato davanti a tutti.
Bugiardi dentro, fuori assassini
vigliacchi in divisa
generazioni intere ingannate per sempre
a sangue freddo.
Ken Saro-Wiwa è morto
evviva Ken Saro!
Non è il tetto che perde
non sono le zanzare
non è il cibo meschino - non basterebbe a un cane
non è il nulla del giorno
che piano sprofonda nel vuoto della notte.
Sono le menzogne che ti rodono l'anima
in agguato, come sempre
la paura di morire.
Non ti ricordi di Ken Saro-Wiwa?
Il poeta nigeriano
un eroe dei nostri tempi.
Non ti ricordi di Ken Saro-Wiwa?
Perché troppo ha amato
l'hanno ammazzato davanti a tutti.
Io non mi arrendo
mi avrete soltanto con un colpo alle spalle
io non dimentico e non mi arrendo
io non mi arrendo.
È nell'indifferenza che un uomo
un uomo vero, muore davvero.
Quanto è grande il cuore di Ken Saro-Wiwa?
Forse l'Africa intera!
Il nulla del giorno
sprofonda piano nel vuoto della notte.
Avete ucciso Wiwa!
Ladri in Limousine
che Dio vi maledica
pagherete tutto e pagherete caro.
Hanno ammazzato Ken Saro-Wiwa
Saro-Wiwa è ancora vivo!
Hanno ammazzato Ken Saro-Wiwa
Saro-Wiwa è ancora vivo!
Bugiardi dentro, fuori assassini
vigliacchi in divisa
generazioni intere ingannate per sempre
a sangue freddo.
(Il Teatro degli Orrori)
[Watch on Vimeo: A sangue freddo]
giovedì 29 ottobre 2009
La Vergine delle suole può guarirti dalla voglia di nerchia! Come difendere (e promuovere) la propria perduta rispettabilità etero-borghese
[questo vorrei averlo scritto io]
Ecco uno schema collaudato di riabilitazione vipparola - ti piace la nerchia? ti piace la coca? t'hanno sgamato? - niente paura, si fa così: sparisci dalla circolazione per qualche mese di fila, un annetto o giù di lì, ti trasferisci per un po' nella pittoresca sperduta villazza di Filicudi o dove ti pare a te - l'importante è che sia lontano lontano - il tuo ufficio stampa mette in giro la voce che sei in ritiro spirituale a lavorare la terra e ad aiutare ritardati e bisognosi tra le mura di una qualche austera comunità di recupero gestita da bonari asceti religiosi con l'aiuto dei quali te ne stai soffertamente umilmente meditando alla ricerca del tuo io interiore, del te stesso quello vero - il te stesso a cui la coca e la nerchia non gli piacevano, il te stesso prima dei dodici anni cioè - che dev'essersi smarrito da qualche parte;
e una volta che sono passati questi pochi mesi, bingo!, puoi ricominciare a venderti in qualità di Uomo Rinato, che è una merce richiestissima, oppure meglio ancora, in qualità di Cristiano Rinato Miracolato e Militante - basta autocertificare che il ritorno all'ovile sia miracolosamente avvenuto sotto l'egida di un santo chessoio o della Vergine Maria (altro che nerchia, immacolata quella lì!, ha concepito wireless) - e allora ecco che il generoso Vipmondo televisivo-politico, che si sa è sempre affamato di parabole edificanti di patetico spettacolare squallore, torna ad accoglierti a braccia aperte ed è pronto a offrirti una seconda chance, la scaletta è quella solita, collaudatissima:
- cominci rilasciando interviste su Oggi, Gente e rivistacce assortite, "Esclusivo! Parlo per la prima volta dopo un anno di silenzio: così Dio mi ha dato la forza di tornare a credere in me stesso e mi ha fatto rientrare in seno alla famiglia, che è il valore fondamentale numero uno - in appendice, assaggiata da un entusiasta Sandro Mayer, la straordinaria ricetta della torta campagnola che ho imparato in convento dal mio padre spirituale Fra Marcellino e che cucino sempre per il mio handicappato preferito Mongo";
- diventi presenza fissa di qualche discarica del pomeriggio televisivo - immancabile quando si toccano argomenti che hanno a che fare con la vita dissoluta e i tranelli demoniaci dello show business - si annuisce pensosi alle puttanate spicciole di qualche sedicente psichiatra cripto-catechista e si chiacchiera con Paolo Brosio scambiandosi impressioni preoccupate a proposito di una apparizione pareidolica della Madonna di Medjugorje sulla suola dello stivale di un pastore bosniaco: annuncia forse la fine del mondo? una purificazione di massa? una guerra atomica? (il pastore bosniaco dice: "ке рзумко вуовеш колим!" - traduzione: "ho solo pestato una merda!" - l'inviata RAI dice: "buone notizie! il signor Stefanović dice che secondo lui è un segno di speranza");
- scrivi un libro di memorie in cui racconti della tua odissea privata e del soffertissimo rapporto con tua moglie, adesso per fortuna pienamente recuperato (mai! mai! mai separarsi! bisogna pur difendere una minima parvenza di rispettabilità etero-cristiano-borghese) - si intitola Un uomo tutto nuovo, c'ha la prefazione di Antonio Socci e lo si va a presentare da Bruno Vespa, ospite in studio il caro don Mazzi con cui si parla della brutta brutta situazione di sfruttamento della prostituzione in Italia;
- vai all'Isola dei famosi e ti commuovi "grazie, grazie, grazie a tutti" e a stento trattieni i caldi lacrimoni quando durante un turno di nomination Simona Ventura strepita "sei una persona forte che è andata contro tutto e tutti ma ce l'hai fatta! sei un grande! ti vogliamo bene! l'iIalia ti vuole bene!";
- ti candidi nell'UDC.
(Betty Moore, Malvestite)
lunedì 26 ottobre 2009
★ Le cinque morti più brutte al cinema
[testa spiaccicata sul marciapiedi]
2] Il miglio verde (Frank Darabont)
[bruciato sulla sedia elettrica]
3] Sorgo rosso (Zhang Yimou)
[scuoiato vivo]
4] Brother (Takeshi Kitano)
[bacchetta cinese su per il naso]
5] Nikita (Luc Besson)
[sciolto nell'acido ancora vivo]
[Watch on YouTube:
American History X
Il miglio verde
Sorgo rosso
Brother
Nikita]
venerdì 23 ottobre 2009
★ Non so che ne pensate voi...
Credo che il PD visto finora sia di ostacolo alla creazione di un'opposizione seria in Italia e che l'unica soluzione sia la rottura completa col passato.
Non sono un elettore del PD, non so se lo diventerò in futuro, ma penso che un'opportunità per fare tabula rasa Marino la meriti. I numeri non sono dalla sua parte, ma la partita è ancora aperta e comunque, come diceva il filosofo Vujadin Boškov, "chi non tira non segna".
Seguono brevi info su come votare alle Primarie:
- recuperare la scheda elettorale e leggere il numero di sezione in cui si vota di solito
- inserire il numero di sezione e la provincia sul sito di ricerca seggi
- recarsi a votare domenica 25 ottobre, tra le 7 e le 20, con documento d'identità, tessera elettorale e due euro.
Ora e sempre Resistenza.
martedì 20 ottobre 2009
Nicolas Eymerich, pluri-inquisitore
Un fascio di luce lo investì di colpo, e una figura alta e ammantata di nero gli comparve di fronte. L'ometto si sforzò di sorridere.
- Salve padre... lei fa assistenza qui?... È della Caritas?...
La figura si scoprì il capo, con un'espressione di profondo disprezzo sul volto affilato.
- Il mio nome è Nicolas Eymerich. Inquisitore. - sibilò.
- Inquisitore?... Cribbio, esistete ancora? - L'ometto forzò una risatina.- E poi dicono che la Chiesa non si rinnova! - si guardò attorno, come in cerca dell'applauso d'un pubblico invisibile.
- Padre, scusi la stranezza della domanda, ma potrebbe dirmi dove mi trovo?
- Esattamente dove meriti.
Il sorriso dell'ometto si trasformò in una smorfia.
- Senta padre, io non ho tempo...
Un colosso calvo e nerboruto sbucato dal nulla lo afferrò per il collo, e glielo chiuse in una sorta di collare rugginoso. Poi con uno strattone ne fissò la catena a un anello sul pavimento. L'ometto finì in ginocchio.
- Che cazzo fate? - strillò
Accanto all'inquisitore apparvero altri due domenicani.
L'ometto si sforzò di tirarsi su senza riuscirci. La catena era troppo corta anche per lui.
- Questa la pagate carissima, stronzi maniaci cattocomunisti di merda! Che cazzo vi illudete di fare? Cosa volete?
- 1816 - disse Eymerich.
- 1816 cosa?... Milioni?...
- Tessera n. 1816 - scandì Eymerich - loggia massonica P2 - tese il braccio e gli puntò contro l'indice – Il tuo marchio d'appartenenza alla setta. Adoratori di Satana per sete di potere.
- Satana?...
- Il vostro "Grande Architetto" - disse l'inquisitore, in tono sarcastico.
L'ometto si agitò, cercando di non strozzarsi col collare.
- Macché setta! Erano solo affari, io sono cattolico!... E poi da decenni non ho più alcun rapporto...
- Allora suppongo sia solo una coincidenza il fatto che, raggiunto il potere, tu abbia realizzato passo dopo passo tutti i loro piani architettonici – Eymerich tolse un documento dalle mani del domenicano alla sua destra, e lo mostrò all'ometto - È tutto qui, nero su bianco, fin dall'inizio: "Piano di Rinascita Democratica"
- Calunnie comuniste!... - gridò l'ometto. Poi s'accorse che, in risposta a un'occhiata dell'inquisitore, l'energumeno aveva impugnato delle grosse tenaglie.
- ...E se anche fosse vero?... - riprese, in tono conciliante - La Chiesa non ci ha rimesso niente, anzi ci ha guadagnato! Le scuole cattoliche sono piene di soldi, e le mie fiction Tv piene di santi! E la massoneria è piena di cardinali! Perché il Vaticano ce l'ha tanto con me? Ancora per colpa di quelle maledette puttane?...
L'inquisitore afferrò la catena dell'ometto, e con uno strattone violento lo mandò a sbattere la faccia sul pavimento.
- Non ho alcun interesse per le tue ripugnanti squallide fornicazioni – disse, con una smorfia di disgusto – non scambiarmi per uno dei tuoi soliti patetici avversari. E non mi importa neanche delle tue ruberie, non sono un gendarme che puoi comprare o uccidere - girò le spalle all'ometto, e aggiunse – In realtà, non mi interessi molto nemmeno tu, ma la macchinazione di cui sei un ingranaggio. Il più appariscente, non il più importante.
- Voi non siete del Vaticano, siete del KGB!... O di come si chiama adesso...
Eymerich si voltò con l'ombra d'un sorriso sarcastico.
- Il KGB?... Ma Putin non è il tuo migliore amico?...
L'ometto si tirò su per quanto glielo consentiva la catena.
- Esatto! E non è l'unico dei miei amici potenti! – disse, sforzandosi di suonare minaccioso.
Il sorriso accennato di Eymerich assunse l'aspetto d'un sottile ghigno lupesco.
- Bene, lo ammetti. È proprio di loro che intendo farti parlare.
Il colosso nerboruto infilò le tenaglie in un braciere, con un sinistro rumore di ferraglia.
- Prima la corda, Mastro Gombau – disse Eymerich – Rispettiamo la procedura. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo – poi aggiunse rivolto all'ometto - La tua profezia s'è avverata, resterai al tuo posto per sempre. Questo è il tuo posto.
(Alessandra Daniele, Carmilla)
sabato 17 ottobre 2009
Hanno la faccia come il culo/2
Prendete Gasparri, con rispetto parlando: continua a dire in tv che io vado in ferie a spese della mafia, ben sapendo che non è vero ma che nessun Vespa lo smentirà e nessuna Authority o Vigilanza interverrà.
Prendete il miglior premier degli ultimi 150 anni, il più perseguitato della Storia (più di Gesù, per dire), il più buono e giusto: siccome è anche l'editore più liberale dai tempi di Gutenberg, una delle sue tv fa pedinare con telecamera nascosta il giudice Mesiano, per dimostrare che è un tipo strano e sospetto (infatti porta calzini turchesi, fuma e aspetta il suo turno dal barbiere, invece di andare a puttane o frequentare papponi e spacciatori). Così tutti i giudici che si occupano di Berlusconi sanno quel che li aspetta se non fanno i bravi.
(Marco Travaglio)
mercoledì 14 ottobre 2009
★ Mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà
In seconda serata, su RAI 1, va in onda "Porta a Porta": Bruno Vespa ospita in studio Rosy Bindi, Angelino Alfano, Riccardo Barenghi, Pier Ferdinando Casini e Roberto Castelli. Ovviamente si parla della sentenza appena emessa dalla Consulta e della sanzione comminata a Fininvest come risarcimento per i danni arrecati alla Cir.
La puntata è registrata, seppure la differita sia di poche ore. Non si capisce quindi come Silvio Berlusconi riesca a irrompere con la sua solita telefonata del cazzo perfettamente a tempo. A meno che, naturalmente, non lo abbia avvertito qualcuno o non stesse vedendo egli stesso la trasmissione in bassa frequenza.
Dopo due minuti e mezzo di monologo, il Presidente del Consiglio accusa il Presidente della Repubblica di non aver fatto pressioni sulla Corte Costituzionale, come se la separazione dei poteri fosse una chimera. A quelle parole Rosy Bindi manifesta il suo dissenso e Silvio Berlusconi le risponde testualmente: "Sento parlare la signora Rosy Bindi? È sempre più bella che intelligente la signora Rosy Bindi".
Il delirio prosegue per altri dieci minuti.
Le informazioni per conoscere a tutto tondo il fenomeno Berlusconi sono a disposizione di chiunque abbia la voglia e la pazienza di andarsele a cercare e a leggere, inutile stare a ripetere chi abbiamo di fronte. Anche se, a esser sinceri, stupisce per come sia capace di inventare ogni giorno una nuova dimensione del peggio.
Tolto lui dunque restano i presenti, che non si sono degnati di rispondere pubblicamente e con fermezza a tanta maleducazione. Vedendo e rivedendo il filmato della scena su YouTube, mi è venuta in mente la classificazione di Sciascia e mi sono chiesto se i cinque gentiluomini in studio appartenessero alla categoria dei mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo o quaquaraquà. A quella degli uomini no di certo.
sabato 10 ottobre 2009
La Giornata mondiale contro la pena di morte
L'edizione di quest'anno è dedicata al percorso educativo verso l'abolizione della pena capitale: incoraggiando dibattiti e incontri nelle scuole, la Coalizione mondiale per l'abolizione della pena di morte intende fornire a ragazze e ragazzi gli strumenti necessari alla riflessione su questa estrema violazione dei diritti umani.
Inoltre, in vista del ventesimo anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia che ricorre il prossimo 20 novembre, viene lanciato un appello pubblico ai quattro paesi che ancora oggi mettono a morte minorenni per fermare queste esecuzioni.
Arabia Saudita, Iran, Sudan e Yemen continuano a emettere ed eseguire condanne a morte nei confronti di persone che avevano meno di diciotto anni al momento del reato. In Iran sono messi a morte anche imputati minorenni al momento dell'esecuzione.
Tra l'inizio del 2007 e il giugno del 2009, in Arabia Saudita, Iran e Yemen, Amnesty International ha documentato ventiquattro esecuzioni di persone che avevano meno di diciotto anni al momento del crimine per il quale sono state condannate.
Nel ventesimo anniversario della Convenzione sui diritti dell'infanzia e in occasione della settima Giornata mondiale contro la pena di morte, le autorità di Arabia Saudita, Iran, Sudan e Yemen sono richiamate a rispettare appieno e ad ottemperare agli impegni internazionali presi ponendo fine a tutte le esecuzioni di minorenni.