Ho trovato molto grave che La Russa, l'8 settembre, tirasse fuori la storia per cui, secondo la sua formazione politica, erano dei patrioti anche i fascisti di Salò, perché questa è una cosa neanche semplicemente ridicola, è una violenza inaccettabile.
Perché voglio dire, il fascismo, fino a quando noi possiamo pensare che gli Italiani erano brava gente, erano dei selleroni bonaccioni che vedevano il fascismo come "annamo a magna', famo una gita ai Castelli"? Quando? Dall'episodio della morte di Matteotti? Oppure no, dobbiamo andare un po' più avanti? Le guerre coloniali? Che vengono portate avanti comunque? Beh, insomma, lì si andava a sterminare un popolo, anche coi gas tossici, pure l'Africa non era una passeggiata. L'Italia è un paese colonialista, lo è stato, lo è ancora oggi fortemente a livello economico come molti altri paesi. Quando allora? Con le leggi razziali nel '38? Beh, se non hai preso coscienza nel '38 o eri veramente imbecille o probabilmente avevi il tuo guadagno, no? Se non hai capito cosa era il fascismo nel '38, allora quando, nel '39, con la guerra? Nel '40, quando l'Italia entra in guerra, coi bombardamenti?
Non si racconti questa orrenda stupidaggine dei cosiddetti "ragazzi di Salò", come se fossero tutti ragazzini che giocavano a biglie: quella era gente che ammazzava altra gente, non stavano lì a giocare a figurine.
Se la destra ha utilizzato la memoria come strumento per agire nel presente, e lo sta utilizzando in maniera sempre più forte, la sinistra questo strumento lo utilizza in maniera retorica, propagandistica. Retorica, neanche propagandistica, magari propagandistica, proprio retorica: "La memoria, ricordiamo il passato affinché nel futuro non si torni a vivere le stesse tragedie". Ma come, le stiamo vivendo adesso, nel presente! Perché, nel '94 non c'è stato un genocidio in Ruanda? E quello che sta succedendo adesso in centro-Africa, in quasi tutta l'Africa, soprattutto in centro-Africa, in Darfur, non è un genocidio, non si può usare questa parola?
Allora o questa memoria la utilizziamo come strumento, così come un martello: se ce l'ho, il martello lo utilizzo per piantare un chiodo nel muro, non lo utilizzo solo perché è un bell'oggetto. Se è un bell'oggetto, ma non ci pianto i chiodi, se lo butto via è meglio. Allora meglio buttarla via la memoria se non ci serve più. Ma se ci serve utilizziamola come strumento.
(Ascanio Celestini, intervista, 25 aprile 2009)
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