Andrea Cangini: Presidente Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
Francesco Cossiga: Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno stato forte no, ha fatto benissimo. Ma poiché l'Italia è uno stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico PCI ma l'evanescnte PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.
AC: Quali fatti dovrebbero seguire?
FC: Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno.
AC: Ossia?
FC: In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...
AC: Gli universitari, invece?
FC: Lasciarli fare. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
AC: Dopo di che?
FC: Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri.
AC: Nel senso che...
FC: Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.
AC: Anche i docenti?
FC: Soprattutto i docenti.
AC: Presidente, il suo è un paradosso, no?
FC: Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!
AC: E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.
FC: Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio.
(Andrea Cangini, intervista a Cossiga, 23 ottobre 2008)
[Francesco Cossiga: ministro dell'Interno dal 1976 al 1978, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1979 al 1980, presidente del Senato dal 1983 al 1985, presidente della Repubblica Italiana dal 1985 al 1992, Senatore a vita]
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