La possibilità di abolire la pena di morte è già contenuta nel corpus legislativo della Bielorussia (sia nella Costituzione, sia nel Codice Penale) ed è spesso richiamata dagli stessi funzionari di stato. In una lettera ad Amnesty International del novembre 2008, il vice Ministro degli Interni bielorusso ha affermato che le recenti modifiche legislative e l'uso del carcere a vita sono segnali di "un processo irreversibile verso la graduale abolizione della pena di morte".
Durante l'assemblea invernale (21-25 gennaio 2008) del PACE, Natalia Andreichuk, capo della Commissione Permanente sulla Legislazione e la Pubblica Amministrazione bielorusse, ha dichiarato: "La Bielorussia vuole progredire sulla strada verso gli standard del Consiglio d'Europa e questo proposito è testimoniato dall'intenzione di introdurre una moratoria sull'uso della pena di morte".
Alcuni passi significativi verso l'abolizione della pena capitale in Bielorussia sono già stati compiuti. Ad esempio, il numero di reati punibili con la morte è stato ridotto successivamente all'indipendenza dall'Unione Sovietica: il 6 luglio 1993 il Parlamento ha abolito la pena di morte per quattro illeciti di carattere economico e l'ha sostituita con la detenzione (massimo 15 anni di carcere) senza diritto alla libertà condizionata.
Tuttavia altre tipologie di reato sono state aggiunte ai crimini per cui è prevista la pena capitale: durante l'analisi del quarto rapporto periodico del governo bielorusso sull'attuazione dell'ICCPR (Ginevra, ottobre 1997), il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per l'introduzione di nuovi reati punibili con la pena di morte, come nel caso della emanazione del DPR n.21 del 21 ottobre 1997 relativo alla lotta contro il terrorismo.
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1 giorno fa
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