Finalmente si parte. I PG si ritrovano a Collequercia, loro paese natìo, e per una serie di motivi (quelli pescati a caso nell'incontro precedente) decidono di intraprendere la carriera di avventurieri. Ci sono ancora molte cose da definire nelle personalità e nel background di ognuno di essi, ma sono aspetti che verranno colmati e approfonditi andando avanti col gioco.
Ricordo perfettamente la prima serata: i giocatori brancolano nel buio più nero, non solo non sanno come fare, ma nemmeno cosa fare. Io invece mi bullo della mia posizione privilegiata e banalizzo qualunque cosa esca dalle loro bocche (giusto per punzecchiarli un po'). So benissimo che tra qualche tempo i ruoli saranno invertiti e dovrò essere io a studiare i manuali per capire come risolvere tutte le situazioni in cui si cacceranno, quindi finché posso me la godo.
Insomma, quello che a me sembra più ovvio dell'ovvio per loro tanto evidente non è, quindi pian piano li indirizzo verso le rovine della Cittadella senza Sole. Dopo un'iniziale esitazione, dovuta anche al fatto che nel tragitto non accade nulla, pure loro finalmente iniziano a carburare: la strada che hanno percorso termina in un burrone, ma c'è una corda legata a un'antica colonna sul ciglio dello strapiombo ed è un indizio troppo evidente per non essere notato. Ciononostante per un attimo nessuno sa che fare, qualcuno - con mio grande spavento - propone addirittura di oltrepassare il crepaccio e proseguire sulla strada, ma poi, alla fine, uno per volta si calano nel burrone.
La lotta (clericale) contro i tumori
1 giorno fa
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