lunedì 15 giugno 2009

Le Déserteur

In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.

La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì.

Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me.

Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso,
ma sento che ho deciso
e che diserterò.

Ho avuto solo guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.

Mia mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.

Quand'ero in prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.

Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.

Vivrò di carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.

Di non partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.

Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.

E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che impugnerò un fucile
e che so ben sparar.

(Boris Vian, 1920-1959)

[La versione definitiva - e ben più nota - di questa canzone si conclude con i due versi:
"che possono spararmi
io armi non ne ho".

Tale modifica fu proposta a Boris Vian dal suo amico Mouloudji per esaltare lo spirito pacifista del brano e subito accettata. Ma io pacifista non sono, anzi tutt'altro, quindi ho preferito il testo iniziale.]

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